Hi! Nice to meet you!

« Older   Newer »
  Share  
Quinn.
view post Posted on 29/8/2012, 15:18




.

Quinn Harries
Distretto 3 - Mentore

Era una nuova giornata al Distretto 3 e, come al solito, facevo sempre le stesse cose, uguali, tutti i santi giorni, si è abbastanza noioso lo so!
Quella mattina mi ero alzata, controvoglia, mi ero preparata mettendo uno dei vestitini che avevo nel mio armadio, ero uscita dalla mia stanza per entrare in quella di fianco, che era di mio fratello, avevo borbottato un Louis svegliati che sennò fai tardi., e poi ero scesa in cucina a fare colazione.
Avevo mangiato veloce, era risalita a prepararmi e poi mi ero diretta a scuola, per le solite 5 ore di noia totale su Capitol City, gli Hunger Games, come funzionava il nostro Distretto e cose del genere. Tutti gli anni sempre le stesse cose.
Quando finalmente le lezioni finirono, tornai a casa mia per il pranzo, e mia madre come al solito mi chiese come era andata. Praticamente ci dicevamo le stesse cose tutti i giorni, le trovavo inutili ormai.
Una volta finito di mangiare andai in camera mia a fare i compiti e poi decisi di uscire a farmi un giro per il Distretto per non morire di noia più che altro!
Lasciai il Villaggio dei Vincitori con tutta calma e mi avviai verso il centro guardandomi ogni tanto intorno o guardando a terra pensando ai fatti miei.



 
Top
saranghæ.
view post Posted on 30/8/2012, 13:59




.

Kairi Johnson
Distretto 3

Era incredibile come il tempo passasse così lentamente a scuola. Con la testa appoggiata sulla mano destra, fissavo scorrere le lancette dell'orologio. Mancavano solo pochi minuti alla fine dell'ultima straziante ora. Posai lo sguardo sulla professoressa che parlava dei vari distretti di Panem. Ma non era stufa di spiegare sempre le stesse cose? Scrollai le spalle dicendomi che, probabilmente, quel lavoro le piaceva. Beh, ognuno aveva i propri gusti, no? La campanella suonò e tutta la classe si riversò fuori dalla scuola. Raggiunsi in fretta casa, avevo una fame da lupi. Mi sedetti a tavola e mangiai la zuppa di pollo, che come al solito era insaporita. I miei genitori non c'erano, erano entrambi al lavoro.
Mi lavai la faccia con acqua fredda e uscii di casa per fare una passeggiata. Mi piaceva fare passeggiate nel distretto. Mi rilassava e così potevo stare un po' sola con i miei pensieri. Vidi una ragazza mora con i capelli lunghi e un viso familiare. Non ricordavo esattamente dove l'avevo vista, forse a scuola.. Poi, ad un tratto, ricordai: era un mentore, aveva vinto gli Hunger Games. La osservai con ammirazione, quanto avrei voluto essere forte come lei!


 
Top
¸Momoko¸
view post Posted on 31/8/2012, 18:23




.

Becky Bryant
Distretto 6

Becky si svegliò e si mise in posizione seduta sul suo piccolo lettino, sì, era fondamentalmente piccolo, nonostante lei lo è ancora di più. Poggiò prima il piede destro, che toccò il pavimento freddo, facendola sussultare, ma poi si rilassò, quel freddo smorzava il caldo dell'ambiente. Poggiò l'altro piede e, ancora assonnata, tastò il pavimento con le piante dei piedi per trovare le pantofole maltrattate, dato che teneva ancora gli occhi chiusi. Ci mise un po' prima di alzarsi del tutto e aprire definitivamente gli occhi, perchè ebbero la precedenza i pensieri sulla scuola, i malati, la zia e Panem, Panem, Panem. Argomento fondamentale in ogni edificio, cosa, persona, animale. Raggiunta la posizione eretta, si avviò verso l'unica finestra della stanza, a forma di quadrato, alta e larga cinquanta centimetri, la aprì e apprezzò i profumi delle erbe che teneva sul davanzale. Usava cambiarle ogni sera, per avere sempre un risveglio diverso dal precedente. Ogni tanto gli uccelli, o qualche bambino ladruncolo, però, non si preoccupano a prenderle. Fortunatamente la zia, per quanto precisa nei suoi affari, non ha mai scoperto questa perdita in casa e Becky comprende che non tutte le famiglie possono o riescono a fare quello che fanno loro. Portò ancor più avanti il capo fuori dalla finestra e si voltò a destra, vide il filo, che reggeva, solo per fortuna, i suoi vestiti per la scuola e li prese. Restò per un po' di tempo con i gomiti poggiati al davanzale e la testa tra le mani, osservando la casa di fronte, di un colore rosato e il tetto bordeaux. Poche case in quel distretto erano così carine, cancellò il medesimo pensiero di ogni giorno e rientrò, con tutto il corpo, nella camera. Uscì fuori dalla stanza e proseguì nel corridoio. Di fronte alla camera di Becky c'è quella di sua zia, continuando a camminare, nello stesso lato della camera della zia, c'è la saletta per i malati, con quattro lettini, piccoli come quello di Becky, ma, stranamente, ridotti meglio. Fu lì che Becky si fermò, notò la porta aperta e il vecchio Bob, completamente sveglio, sul letto, che girava l'indice destro, lasciando intendere che stesse dicendo: - A dopo. - Si diresse, confusa, ancora avanti nel corridoio e raggiunse la cucina. Iniziò a preparare il tè verde, quando sentì i soliti tacchi della zia, anche se piccoli, fare un gran rumore.
- Come tutte le mattine... - Borbottò il vecchio Bob.
- E' una donna, lasciala essere sensuale con i suoi tacchi preferiti. - Lo rimproverò Jake, il ragazzo che sbattette la testa solo pochi giorni prima di quella mattina.
- Che ognuno si faccia i propri affari. Siete malati? Dormite! - Rispose nervosa la zia di Becky. La ragazza sentì tutta la piccola conversazione.
Nervosa di prima mattina...
Il rumore di tacchi si avvicinò sino alla cucina.
- Oggi non vai a scuola. Sono messi peggio del solito! Mi criticano! Occupati di loro come si deve! Non imparerai mai... - Ovviamente la zia non potè non prendersela anche con sua nipote. La ragazza sbuffò e immediatamente la zia aggiunse: - NON SBUFFARE! - Chiuse la porta più forte che potè e il rumore svegliò anche un piccolo bambino venuto nella notte, con la madre, per la febbre. Il bambino iniziò a piangere e Becky si diresse di corsa dal piccolo, sistemato nel letto di fronte a Jake.
- Adesso ti porto del tè e ci divertiamo un po'. - Lo tranquillizzò.
- Anch'io... - Disse, piano, il vecchio Bob. Becky si girò di scatto verso il letto del malato e guardò stranita, mentre lui le sorrideva.
Corse di nuovo nella cucina e prese due tazze di tè, per poi riportarle ai due malati. Arrivò alla porta quando Jake disse: - E io? -
Mentre la ragazza sistemò la tazza nel comodino del bambino, disse: - Sono giorni che tu stai bene. E' passato un secolo da quando hai battuto la testa. - sarcastica. Posò, momentaneamente, anche l'altra tazza sul comodino e si diresse verso Jake. Gli mise le mani nella fronte e iniziò a srotolare la benda.
- Questa possiamo anche toglierla. -
Nonostante il ragazzo non patisse dolore, la tolse delicatamente, incappando con le dita nei capelli scompigliati di lui. Riavvolse il tessuto e si diresse verso l'armadietto con tutto l'occorrente per le urgenze, posò la benda e ritornò al comodino, prese la tazza e la portò al vecchio Bob.
- Perchè non ti vesti come tua zia? Sensuale infermiera... - Continuò Jake.
- Non mi convincerai mai a dire che hai battuto la testa e dici stupidaggini perchè non ti sei ancora ripreso. - Rispose lei e lui, semplicemente, ridacchiò.
Aspettò che i due malati finissero di bere il tè. Quando il vecchio Bob finì per primo, lei gli tolse la tazza dalle mani e lui le prese il polso della mano libera.
- Io so che tu vai sempre al confine, ma è pericoloso, non farlo più. - Disse il vecchio con la voce tremolante.
E' questo che mi doveva dire? Che senso ha?
Il vecchio lasciò la presa e lei si diresse in bagno, confusa e un po' spaventata, lasciando le tazze nei rispettivi comodini.
- Ei! Dove stai andando? Non vorrai... - Urlò Jake.
- Sì che voglio! Tu stai abbastanza bene da occuparti di loro! - Urlò di rimando.
- Ma tua zia... - Urlò, per poi abbassare il tono sull'ultima parola.
Al diavolo mia zia.
Si lavò e si mise i vestiti di fretta, ma ordinatamente. Uscì di casa e si diresse nel luogo 'sbagliato'. Il confine. Durante il tragitto la gente la guardava e notava la sua espressione di paura, ma nessuno si preoccupava tanto degli altri, più dei propri problemi economici. L'unico pensiero del distretto è la povertà e la malattia, se qualcuno sta male il distretto guadagna, se Capitol City sta male il distretto guadagna. Non tutti, come Becky e sua zia, preferiscono guarire i concittadini, anche se con poco guadagno. Infatti, preferiscono guarire persone che le malattie, quasi, se le cercano, solo perchè sono pieni di soldi. Questi sono i capitolesi. Questi sono i cittadini del distretto 6. Questi sono i cittadini di Panem. Arrivata al confine iniziò a perlustrare il terreno, in caso crescessero erbe selvatiche, diverse dal solito. Notò una ragazza, bionda e carina, che fissava con ammirazione un'altra ragazza, altrettanto carina quanto la prima, ma con i capelli molto più scuri. Si abbassò il più possibile al terreno, vicino alla recinzione, quanto basta per non farsi fulminare. Quello doveva essere il confine tra distretto 6 e 3, e se si fanno quattro conti.
Distretto 3.
Tecnologia.
Elettricità.
Di certo non si poteva scherzare. Si nascose soprattutto per non farsi vedere dalle due, si vergognava di far notare che stesse fissando la bionda, ma non solo. Non volle fare una reazione a catena, ovvero, che dopo che la bionda si accorgesse di lei, la mora si accorgesse della bionda. Arrossì solo al pensiero della situazione contorta e restò a guardare, in silenzio.


 
Top
elisa eli
view post Posted on 31/8/2012, 18:56




tumblr_lil2wpJeKE1qh5ar6

SANTANA BLU PG

mi trovavo nei dintorni del distretto tre mentre mi facevo una passeggiata, ero molto stanca e stressata..poi vedo una ragazza bionda che frequentava la mia stessa scuola ferma senza fare niente''ma che cavolo sta guardando?''pensai mi avvicinai a lei , e poi notai che guardava la vincitrice degli hunger games dell'altro anno...mi guardai un pò in giro e vidi una ragazza che osservava la scena ..la guardai e mi avvicinai..<<ciao che ci fai qui? non sei di questo distretto vero? >> le chiesi..ovviamente non volevo che si spaventasse <<stai tranquilla achio spesso vado nei confini>>gli dissi soridendole
 
Top
saranghæ.
view post Posted on 1/9/2012, 21:46




.

Kairi Johnson
Distretto 3

Chissà com'era uccidere qualcuno. Chissà che emozioni si provavano. Tristezza? Senso di colpa? Rabbia? Beh, probabilmente i favoriti provavano gloria, felicità. Dopottutto per loro era un onore offrirsi volontari agli Hunger Games. Fin da piccoli venivano addestrati per uccidere senza pietà. Perché l'uomo era così crudele? Che senso aveva ammazzarsi a vicenda? La vita era solo una ed era molto preziosa. Forse la violenza derivava dall'ignoranza, e il mondo pullulava di uomini stupidi. Vivevo in una triste gabbia, incapace di ribellarmi. Scossi leggermente la testa come per scacciare quei tetri pensieri. Era inutile continuare ad arrovellarsi su quelle domande senza risposta. Quella era la mia vita, e che mi piacesse o meno, dovevo accettarla. Di sicuro la vita di quella ragazza era peggiore della mia. Lei aveva ucciso. Chissà come si sentiva in colpa, che incubi aveva durante la notte. Non la invidiavo, ma la ammiravo. Ammiravo il suo coraggio e la forza che aveva per andare avanti. Io non sarei mai sopravvissuta agli Hunger Games e probabilmente avrei affogato i miei problemi nell'alcol o nella droga. Ero troppo debole, e mio padre non faceva altro che ripetermelo. "Non vinceresti mai gli Hunger Games, speriamo che tu non venga estratta" o "Sei una codarda! Affronta le tue paure!". Beh, chi poteva dargli torto? "La ragazza che grida appena vede un minuscolo insetto vince gli Hunger Games" no, era impossibile. Suonava come una presa in giro.
Sospirai tristemente. Perché non potevo vivere senza pormi così tanti problemi? Che carattere schifoso che avevo. Mi guardai intorno e vidi due ragazze parlare al confine. Non era pericoloo stare là? I pacificatori non avrebbero detto qualcosa? No, forse era solo una delle mie solite seghe mentali. O forse dovevo avvisarle? Nono, non erani affari miei, le avrei solo disturbate. Riconobbi la ragazza del mio distretto, frequentava la mia scuola. Aveva un nome che iniziava con la esse. San.. qualcosa. Non riuscivo a ricordare. Aveva la carnagione scura, i capelli mori e gli occhi castani. Era il mio contrario. Avevo sempre desiderato avere i capelli mori, li trovavo attraenti, affascinanti. Chissà, se avessi vissuto a Capitol City magari me li sarei tinti. Probabilmente non mi sarebbero stati neanche bene, anzi. Avevo la carnagione troppo chiara, quasi pallida. Dall'altra parte del confine c'era una ragazza con dei bellissimi occhi azzurri e una spruzzata di lentiggine sul viso paffuto. Se non sbagliavo, doveva essere del distretto 6. Non l'avevo mai vista prima, forse era la prima volta che veniva al confine. Erano entrambe delle belle ragazze.


 
Top
¸Momoko¸
view post Posted on 1/9/2012, 22:44




.

Becky Bryant
Distretto 6


Ancora lì abbassata, giocherellando con le dita e l'erbetta, facendo credere che il suo fosse solo un giocherellare, vide un'ombra avvicinarsi. Un'ombra decisamente troppo vivace, troppo spensierata e troppo 'saltellante', forse. Non proprio nello stile di Becky. Poco tempo dopo la ragazza si avvicinò completamente a lei e quest'ultima non riuscì nemmeno ad alzare lo sguardo.
Cerca di sembrare disinvolta. Fai finta di niente...
Non so fischiare, se lo sapessi fare, fischietterei sicuramente.

- ciao che ci fai qui? non sei di questo distretto vero? -
Disse con disinvoltura la ragazza. Becky restò a decifrare quelle domande. Un saluto detto di scatto e al quanto velocemente, quasi come non lo si volesse far notare, come se lo si dicesse per regola, per poi nasconderla col proprio parere, col proprio essere. Ma che motivo avrebbe di nascondere un 'ciao'? Probabilmente è detto con tanta velocità perchè è tanto semplice nel suo ripetersi ogni giorno.
Perchè dire tutto così veloce? Prendi fiato... Questa ragazza non mi convince... Pensavo fossero intelligenti nel Distretto 3. Lei ricorda solo poca riflessione. Poca riflessione nel fare le cose, dovrebbe riflettere prima di fare certe domande ovvie.
Iniziò ad agitarsi per la risposta e il suo giocherellare con l'erba tra le dita diventò un tamburellare le dita sul terreno, così forte da quasi pestare l'erba, ma non riusciva ad occuparsi del fatto che stesse facendo del male ad un'erba che le potesse essere utile a casa.
- Emm... ciao. Non sto facendo niente di particolare, raccolgo l'erba... - Con la testa ancora china, poi l'alzò di colpo e continuò - Stupido no? - Con un finto sorriso, pensando ai malati a casa, che aveva abbandonato.
- In ogni caso, sì sono di un altro distretto, se non te ne fossi accorta, lì - Indicò il confine. - c'è quel coso elettrificato. Proprio tra di noi. -
- Stai tranquilla achio spesso vado nei confini. - Alzato lo sguardo notò che la ragazza dai capelli biondi le notò ed era al quanto pensierosa e triste.
Triste...
Dava un'aria triste.
Lì per lì, Becky, si sentì ancora più a disagio e nella risposta che diede alla ragazza accanto a lei, fece saltellare gli occhi un po' da una e un po' dall'altra, come per tenerle sotto controllo.
- Non è il confine che mi preoccupa! Vengo qui quasi tutti i giorni e tutte le volte mi nascondo quando vedo delle persone girovagare, oppure faccio l'indifferente. -
Lei che vuole confortare me. Io che sono stata sempre costretta a girovagare qui in giro, anche se in fondo mi piace...
Non se ne parla proprio!


 
Top
elisa eli
view post Posted on 2/9/2012, 12:18




tumblr_lil2wpJeKE1qh5ar6

SANTANA BLU PG

l'indifferente...io facevo molto spesso l'indifferente..quando mia madre si fermava a parlare con il suo amante, oppure quando mio padre tornava a casa ubriaco, o quando lo vedevo rubare i soldi..più di una volta ho cercato di fermarlo e andava a finire che si arrabbiava e mi picchiava..allora ho incominciato a fare l'indiferente ..c'era un periodo della mia vita quando avevo soli sei anni che mio padre non era un ubriacone e i miei genitori si amavao ..ma ora non è più così..pensando a queste cose mi venne una tristezza che i miei occhi diventarono lucidi <<si fare l'indifferente è sempre la cosa giusta>> dissi più a me che alla ragazza<< da che distretto vieni? >> dissi mentre mi guardavo in giro senza alcun motivo.
 
Top
saranghæ.
view post Posted on 3/9/2012, 14:28




.

Kairi Johnson
Distretto 3

La castana mi aveva notata, mi stava guardando. Sembrava sospettosa, mi stava controllando? L'avevo fissata per un attimo troppo lungo perché fosse casuale. "Fissare le persone è maleducazione, Kairi" rimbombò la voce di mia madre nella mente. Dovevo scusarmi o fare finta di niente? Beh, come diceva mia nonna, l'educazione viene prima di ogni cosa.
Mi avvicinai alle ragazze, sorridendo. Oh, scusate, mi ero incantata! E' che tu.. hai un viso familiare.. E la curiosità mi sta uccidendo, dove ci siamo già viste? chiesi alla ragazza con i capelli lunghi e mori. La risposta sembrava palese: a scuola. Dove potevano essersi già viste due sedicenni dello stesso distretto? Scossi leggermente la testa, chi se ne frega? Dovevo scusarmi e l'avevo fatto. Mentendo, ma questo era solo un piccolo e insignificante dettaglio. Se non l'avessi fatto, avrei dovuto dire che le stavo fissando perché pensavo fosse pericoloso stare al confine. Avrei fatto la figura della ficcanaso.
Mi guardai intorno, non vedevo nessun pacificatore nei dintorni. Non volevo cacciarmi nei guai, cosa avrebbero fatto se mi avessero sgamata? Non potevano uccidermi, no, questo era assurdo.E se mi avessero torturata? No, anche questo era esagerato. Però qualcosa avrebbero fatto. Oppure no? Forse avrebbero chiuso un occhio. Dopottutto cosa c'era di male nel stare vicino al confine? Sorpassarlo era vietato, non stargli accanto. Ma parlare con una persona di un altro distretto? Quello era proibito e.. punibile?
Scrollai leggermente le spalle, dicendomi di non pensarci. Non dovevo mica stare là per sempre, dopo la risposta della ragazza me ne sarei andata. Se mi fossi trattenuta, probabilmente le anche avrei disturbate.
Posai lo sguardo sulla mora, aveva gli occhi lucidi e sembrava sul punto di piangere. Cosa era successo? Agrottai le soppraciglia, perplessa. Non sembrava arrabbiata con la castana, quindi non era stata offesa. No, forse un pensiero l'aveva rattristita. A volte, i pensieri potevano causare rabbia, tristezza o gioia. Anche solo per un attimo. Sospirai quasi impercettibilmente, una vita superficiale, senza riflessioni, sembrava molto più semplice.
Cavolo, sono sempre depressa pensai amaramente pensa a goderti la vita!
Ma godere di cosa? Della povertà, del viso stanco di mia madre o dell'essere sottomessi da Capitol City? Che strazio.




Edited by saranghæ. - 7/9/2012, 13:44
 
Top
¸Momoko¸
view post Posted on 4/9/2012, 12:10




.

Becky Bryant
Distretto 6

Gli occhi della ragazza diventarono lucidi e Becky si sentì in colpa, come se fosse stata scontrosa o chissà cosa. La ragazza la precedette nelle sue scuse e disse: - si fare l'indifferente è sempre la cosa giusta -
Che faccio? Mi scuso o non mi scuso?
Lì per lì tenne le mani sospese come se potesse prendere qualcosa e ricevere risposta, ma nessuno fu lì per essere preso e le abbassò, vedendo che per gli altri potesse essere strano, quell'atteggiamento. La ragazza proseguì non lasciando molto tempo a Becky di rispondere.
- da che distretto vieni? - Stordita dalla domanda, sembrò come se stesse riflettendo sulla sua risposta. Ma cosa ci fu da riflettere?
Distretto... Distretto... Il mio distretto... 6...
- Em... Distretto 6. - Disse contemporaneamente al suo pensiero.
Neanche il tempo di rispondere che la bionda si accorse della loro presenza, ma soprattutto del 'controllore', se così si potesse chiamare, di Becky.
Lo sapevo!
- Bionda in avvicinamento... - Sussurrò alla mora, arrossendo, il più velocemente possibile, per non farsi sentire dall'altra.
La bionda arrivò da loro e disse: - Oh, scusate, mi ero incantata! E' che tu.. hai un viso familiare.. E la curiosità mi sta uccidendo, dove ci siamo già viste? -
Becky restò in silenzio, ad osservarle, studiarle e capire che persone erano, nonostante non dovrebbe indagare più di tanto su cittadini di un distretto diverso. La bionda si accorse degli occhi lucidi della mora e cambiò espressione, avrà avuto la stessa reazione di Becky e quest'ultima restò confusa, volle capire, ma allo stesso tempo no.


 
Top
elisa eli
view post Posted on 4/9/2012, 14:00




tumblr_lil2wpJeKE1qh5ar6

SANTANA BLU PG

guardai la ragazza bionda, mi pareva che si chiamava Kairy <<probabilmente mi hai visto a scuola >>le dissi con il cenno di un sorriso <<tu vai in classe con Hal Mason?>> chiesi per cambiare discorso e per fare in mondo che non faccia domande alla ragazza del distretto sei <<a si comunque io sono Santana>> le dissi asciugandomi gli occhi lucidi che mi erano venuti pensando alla mia fammiglia.t
 
Top
saranghæ.
view post Posted on 4/9/2012, 20:13




.

Kairi Johnson
Distretto 3

Lei si ricordava di me e mi chiese se andavo in classe con Hal Mason. Sì, l'avevo conosciuto poco tempo fa. Sembrava un tipo socievole, alla mano. Totalmente diverso da me, che ero introversa, timida e riservata. Però non mi era sembrato di stargli antipatica, anzi. Forse la mia poca loquacità non gli aveva dato così fastidio. Parlavo tanto solo con le persone che conoscevo bene e con cui mi trovavo a mio agio.
Sì, è in classe con me, lo conosci? domandai, magari erano anche amici.
Si presentò: Santana. Allora ricordavo bene, il suo nome iniziava con la esse. Sorrisi lievemente.
Piacere, Kairi dissi, lanciado uno sguardo fugace alla ragazza dell'altro distretto. Avrei dovuto presentarmi anche con lei? Non era carino lasciarla così in disparte. Le avrei chiesto il nome non appena la mora mi avrebbe risposto. Poi, me ne sarei andata, mi stavo trattenendo per troppo tempo.
Uno: potevano arrivare i pacificatori.
Due: avevo interrotto la loro conversazione e potevo sembrare invadente.
Notai che Santana si asciugò gli occhi, le scoccai uno sguardo perplesso. Perché stava piangendo? A volte, ero troppo curiosa.... o meglio, impicciona. La dovevo smettere di farmi gli affari degli altri, avevo già i miei di problemi. Lo diceva sempre anche mia mamma, mi rimproverava di fare domande inopportune e invadenti a persone che conoscevo poco. Io davo la colpa alla curiosità, lei mi accusava di essere una pettegola. Beh, non era molto carino da parte sua, ma la gentilezza non faceva parte di lei, era troppo schietta.


 
Top
¸Momoko¸
view post Posted on 4/9/2012, 21:54




.

Becky Bryant
Distretto 6

Ascoltò la conversazione tra le due, che potè far d'altro? La mora si asciugò gli occhi dalle lacrime.
Stava realmente piangendo allora...
Le ragazze si presentarono e lei fu ancora lì ad osservarle.
Che faccio? Meglio non fare e non dire niente, così non do troppo nell'occhio e mi ignorano.
...
Ma se si presentano quindi non si conoscono? Probabilmente sono un distretto molto popoloso come il nostro...



 
Top
elisa eli
view post Posted on 6/9/2012, 09:43




tumblr_lil2wpJeKE1qh5ar6

SANTANA BLU PG

La ragazza mi chiese se conoscevo Hal.. ''be si lo conosco..''pensai lo conoscevo da un peszzo ..da bambini eravamo molto amici anche se adesso ci eravamo persi come amicizia << si lo conosco >> gli dissi .
 
Top
saranghæ.
view post Posted on 7/9/2012, 13:56




.

Kairi Johnson
Distretto 3

Lo conosceva. Annuì sorridendo lievemente. Non aveva specifato se erano amici, però. Forse erano dei semplici conoscenti.
La ragazza dai capelli castani non si era presentata. Probabilmente era timida come me. Capivo benissimo la situazione. Quante volte mi era capitato di essere esclusa da conversazioni tra persone che non conoscevo? Tantissime. Mi sentivo sempre a disagio in quelle situazioni. La mia mente veniva invasa da mille pensieri. Una vocina mi spronava a parlare, a intervenire nella discussione, un'altra, invece, mi diceva di stare zitta se non volevo fare qualche figuraccia. Alla fine sceglievo sempre di ascoltare la seconda, passando così per l'asociale di turno. Ma cosa importava? Avevo comunque degli amici e poi ero timida solo all'inizio, dopo mi "scioglievo".
Scusa, non mi sono presentata con te.. Sono Kairi dissi alla castana, sorridendo. Le avrei stretto la mano se non fosse stato per il confine elettrico. Non volevo morire, ecco.
Lanciai uno sguardo veloce al cielo, che stava iniziando a ingrigirsi. Speriamo che non piova.. pensai preoccupata. Non mi piaceva molto la pioggia. Non volevo essere superficiale, però mi davano fastidio i vestiti bagnati, i capelli rovinati e il trucco sbavato. Non volevo che qualcuno mi vedesse in quelle condizioni pietose.


 
Top
¸Momoko¸
view post Posted on 7/9/2012, 17:45




.

Becky Bryant
Distretto 6

- Scusa, non mi sono presentata con te.. Sono Kairi -
Le disse gentilmente Kairi e Becky apprezzò, dato che si sentì al quanto esclusa, ma non le dispiacque osservarle.
Adesso dovrei dire il mio nome...
Infatti avrebbe dovuto, se non fosse per il fato che agisce nel bel mezzo delle conversazioni.
- Io... em... io sono... io s-sono... - Mentre balbettò, insicura se realmente dovesse dire il suo nome, oppure, se non importasse a nessuno, scese una piccola goccia dal cielo.
Pioggia!
Spalancò gli occhi.
Ma... ma...
- Bob e il bambino sono sotto le mani di Jake! - Disse allarmata, per poi arrossire e mettersi la mano destra nei capelli e scuoterli agitata.
- No... e... no! Non sono Bob, se non si fosse capito sono Beck... - La interruppe un'altra goccia di pioggia.
No, non posso ancora attendere, è troppo stupido per tenere in vita una formica, figuriamoci due esseri umani!
Si alzò da terra, fece una specie di inchino, col volto abbassato.
- Scusate... - Mormorò e poi scappò di tutta corsa, verso la direzione percorsa quando arrivò.




Scusate, ho varie role aperte e penso di star impazzendo XD
 
Top
15 replies since 29/8/2012, 15:18   205 views
  Share